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29 Maggio 2024Cannabis terapeutica e sicurezza stradale: come evitare problemi con la patente
2 Gennaio 2025Nuovo Codice della Strada: cambiano le regole su cannabis e patente
Il 2024 ha portato con sé una revisione importante del Codice della Strada, con l’introduzione di nuove disposizioni sull’uso di sostanze stupefacenti. La novità più significativa riguarda l’eliminazione della necessità di dimostrare lo stato di alterazione psico-fisica per sanzionare chi guida dopo aver assunto cannabis o derivati. Ora, basta risultare positivi ai metaboliti del THC durante i controlli tossicologici per incorrere in sanzioni gravi, anche se l’effetto della sostanza è cessato da tempo.
Cosa cambia davvero con il nuovo articolo 187
In passato, per sanzionare un conducente era necessario dimostrare che fosse sotto l’effetto di una sostanza psicoattiva al momento della guida. Con le modifiche introdotte nel 2024, questa condizione è stata eliminata. Ora, anche la semplice presenza di THC nel sangue o nelle urine è sufficiente per:
- Sospendere la patente fino all’esito degli accertamenti tossicologici.
- Applicare sanzioni amministrative e penali, come multe da 1.500 a 6.000 euro e sospensione della patente fino a due anni.
- Obbligare il conducente a sottoporsi a una revisione della patente presso una commissione medica locale.
Questa rigidità normativa ignora il fatto che i metaboliti del THC, pur essendo rilevabili nel corpo, non indicano necessariamente uno stato di alterazione psico-fisica.
THC e metabolismo: quanto resta nel corpo?
Per comprendere l’impatto di questa legge, è essenziale sapere come il THC viene metabolizzato:
1. Assunzione e metabolismo iniziale
Il THC entra rapidamente nel sangue e raggiunge il cervello, dove provoca gli effetti psicoattivi.
In poche ore, la maggior parte del THC attivo si degrada in metaboliti inattivi, come il THC-COOH.
2. Persistenza dei metaboliti
I metaboliti del THC si accumulano nel tessuto adiposo e vengono rilasciati gradualmente.
Nel sangue: possono essere rilevati fino a 72 ore dopo un uso occasionale.
Nelle urine: rimangono rilevabili anche per settimane, soprattutto nei consumatori abituali.
Nella Saliva: rilevabile fino a 48h dopo l’ultima assunzione.
3. Effetti e rilevazione non coincidono
Dopo poche ore, il THC non ha più effetti sulla guida, ma i metaboliti possono comunque risultare positivi ai test tossicologici fino ad alcune settimane dopo l’ultima assunzione. Questo crea una discrepanza tra il rischio effettivo e la punibilità.
Le conseguenze per i consumatori di cannabis terapeutica
Queste modifiche hanno un impatto particolarmente pesante sui pazienti che utilizzano cannabis per scopi medici. Nonostante l’uso terapeutico sia legale e regolamentato, la legge non fa distinzione tra pazienti e consumatori ricreativi.
Un paziente con regolare prescrizione medica rischia di vedersi sospesa la patente per settimane, anche se non è in stato di alterazione.
Questo ostacola la mobilità e limita il diritto alla cura, creando una situazione di discriminazione legale.
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Il problema e una soluzione: prescrizione medica e consapevolezza
Per molti, la cannabis è una scelta terapeutica che migliora la qualità della vita. Tuttavia, le nuove normative rendono essenziale un approccio più consapevole:
Perché rivolgersi a un medico?
Una prescrizione medica non elimina i rischi legati al ritiro della patente, ma fornisce un quadro legale chiaro.
I medici possono consigliare dosaggi e modalità d’uso che minimizzino i problemi con i controlli stradali.
Cosa fare in caso di controllo?
Conserva sempre una copia della prescrizione e i documenti relativi al trattamento.
Richiedi una consulenza legale per affrontare eventuali sanzioni ingiuste.
Nei prossimi mesi, Clorofilla si impegnerà a diventare un punto di riferimento per i pazienti, mettendo a disposizione medici specialisti, articoli e risorse per chi desidera iniziare un trattamento a base di cannabis terapeutica.
Un cambiamento necessario
La legge, così com’è, crea un cortocircuito tra sicurezza stradale e diritti individuali. È fondamentale:
- Riconoscere la differenza tra uso responsabile e abuso.
- Introdurre norme specifiche per chi utilizza cannabis terapeutica.
- Promuovere un dibattito pubblico sulla regolamentazione della cannabis in Italia.
Clorofilla continuerà a sostenere la causa della cannabis legale e terapeutica, contribuendo a un cambiamento culturale e normativo che tuteli salute, libertà e giustizia.
Sei un paziente che usa cannabis terapeutica o vuoi saperne di più? Resta aggiornato con il blog di Clorofilla: il tuo punto di riferimento per cannabis legale e informata!