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Guida alle tecniche di coltivazione della canapa legale
In questa sezione ci concentreremo sulle diverse tecniche di coltivazione della cannabis sativa, una pianta che richiede cura e attenzione per produrre infiorescenze di alta qualità. Come accennato nella prima puntata di questa guida, esistono diverse tecniche di coltivazione tra cui scegliere, ognuna con i propri vantaggi e svantaggi. Nelle prossime sezioni, esploreremo le tecniche di coltivazione indoor, outdoor, in serra e idroponica, analizzando i requisiti fondamentali per la coltivazione e i relativi vantaggi e svantaggi.
È importante ricordare che la coltivazione della cannabis sativa senza le autorizzazioni necessarie è un reato in molti Paesi, e può essere punita con sanzioni amministrative o penali. Questo articolo ha uno scopo esclusivamente informativo e divulgativo, e non intende incoraggiare o promuovere attività illegali. Inoltre, l’autore declina ogni responsabilità per eventuali utilizzi impropri delle informazioni contenute in questo articolo. Si invitano i lettori a informarsi sulle leggi e le normative in vigore nel proprio Paese in merito alla coltivazione della cannabis sativa.
La coltivazione indoor della canapa legale
La coltivazione indoor è una tecnica di coltivazione della cannabis sativa che prevede la coltivazione all’interno di un ambiente controllato, come una stanza o una grow box. Grazie alla possibilità di controllare la temperatura, l’umidità e l’illuminazione, la coltivazione indoor consente di ottenere piante di cannabis sativa di alta qualità, ma richiede un investimento iniziale in attrezzature e strumenti.
1. La preparazione dell’ambiente
Prima di iniziare la coltivazione indoor, è necessario preparare l’ambiente in cui cresceranno le piante di cannabis sativa. È importante selezionare una stanza o una grow box adeguata, dotata di un sistema di ventilazione e di un sistema di illuminazione. Si consiglia inoltre di utilizzare un sistema di filtraggio dell’aria per ridurre gli odori prodotti dalle piante.
Una volta scelto l’ambiente di coltivazione è importante sanitizzare al fine di evitare problemi di insetti o fisiopatologie della pianta, che potrebbero distruggere tutto il lavoro fatto.
2. L’illuminazione
L’illuminazione è uno degli aspetti più importanti della coltivazione indoor. La cannabis sativa richiede una quantità di luce adeguata per poter crescere in modo sano e produttivo. Esistono diverse opzioni di illuminazione disponibili per la coltivazione indoor, come lampade a led, lampade a vapori di sodio e lampade a fluorescenza. La scelta dell’illuminazione dipende dalle dimensioni dell’area di coltivazione e dalle esigenze delle piante.
3. Temperatura e umidità
La temperatura e l’umidità sono altri fattori importanti da considerare durante la coltivazione indoor. La temperatura ideale per la cannabis sativa varia tra i 20°C e i 28°C, mentre l’umidità ideale si aggira intorno al 50-60%. È possibile utilizzare un termostato e un umidificatore per controllare la temperatura e l’umidità all’interno dell’area di coltivazione.
4. Sistema idroponico
Per la coltivazione indoor, è possibile utilizzare un sistema idroponico, che prevede la coltivazione della cannabis sativa in un substrato inerte, come la perlite o la fibra di cocco, anziché nel terreno. Le piante vengono nutrite attraverso una soluzione di acqua e sostanze nutritive. La coltivazione idroponica richiede un investimento iniziale in attrezzature e strumenti, ma consente di ottenere piante di cannabis sativa di alta qualità in tempi più brevi rispetto alle altre tecniche di coltivazione.
Consigli pratici per la coltivazione della canapa
Per la coltivazione indoor della cannabis sativa, è importante seguire alcuni consigli pratici per ottenere i migliori risultati.
Si consiglia di partire da genetiche di alta qualità, scongiurando dall’inizio eventuali problemi come ermafroditismo oppure la coltivazione di piante maschio che occupano spazio e tempo inutilmente, a meno che non lo si voglia fare di proposito.
Temperatura e umidità vanno monitorate con attenzione.
Monitorare costantemente la temperatura e l’umidità dell’area di coltivazione. Infatti le varie combinazioni di umidità e temperatura andranno a creare delle condizioni più o meno ottimali di traspirazione. Un fenomeno grazie al quale le piante assorbono acqua per rinfrescare i tessuti e nello stesso tempo assorbono i nutrienti disciolti nell’acqua. Questo fenomeno è regolato dalla VPD, acronimo di “Vapor Pressure Deficit”,che rappresenta la differenza tra la quantità di vapore acqueo che l’aria è in grado di contenere e quella che effettivamente sta trattenendo in un determinato momento. Questa differenza viene espressa in kilopascal, un’unità di misura della pressione.
Temperatura
La capacità dell’aria di contenere il vapore acqueo dipende dalla temperatura ambiente: infatti, maggiore è la temperatura, maggiore sarà la concentrazione di molecole d’acqua che l’aria può mantenere. Tuttavia, quando l’umidità relativa raggiunge il 100%, si verifica la condensazione del vapore acqueo. Di conseguenza, al variare della temperatura e dell’umidità relativa, il deficit di vapore acqueo può aumentare o diminuire significativamente. Temperature troppo alte con basse percentuali di umidità porteranno le piante a traspirare velocemente per rinfrescarsi, poiché l’aria calda può contenere una maggior quantità di vapore acqueo, ma non riusciranno ad assorbire alla stessa velocità i nutrienti, nel caso contrario invece le piante non avranno modo di traspirare e si potrebbero avere problemi di asfissia nei tessuti e problemi di assorbimento delle sostanze nutritive, portando le piante lentamente alla morte.
Umidità
In linea di massima è bene avere durante la vegetativa 26 gradi ed un’umidità di 70%, mentre durante la fioritura è bene avere temperature intorno i 25/26 gradi e 65/60% di umidità; se si vuole abbassare l’umidità è necessario abbassare anche la temperatura altrimenti le piante entreranno in un ambiente con VPD elevata e riceveranno stress.
L’importanza di un buon sistema di ventilazione.
È bene utilizzare un sistema di ventilazione adeguato. Infatti il movimento dell’ aria tra le chiome farà allontanare dalla superficie delle foglie lo strato di umidità traspirata, che sullo strato più prossimale alla superficie fogliare arriva anche a superare il 99%. Così darà possibilità alla pianta di traspirare meglio e nel contempo eviterà che la troppa umidità faccia germinare eventuali spore fungine. Inoltre il flusso d’aria farà irrobustire fusti e diramazioni, grazie ai piccoli stress meccanici a cui vengono sottoposte le fibre.
L’illuminazione va scelta bene
È molto importante scegliere l’illuminazione giusta in base alle esigenze delle piante, utilizzare luci troppo intense in uno stadio iniziale oppure troppo deboli in uno stato avanzato porterà le piante ad avere o danni foto ossidativi oppure una carenza di energia, che si tradurrà con fioriture scarse o addirittura la morte delle piante per scarsità energetica. Di norma si sceglie la potenza luminosa in base all’area di coltivazione, andando dai 400w mq per le hps/mh , 315w mq per le CMH, 250/400w LED , fino ad arrivare per impianti più tecnologici anche a 1000w hps/mh/ led per mq.
I fertilizzanti: minerali e organici
Ultima ma non meno importante, la questione delle fertirrigazioni, ossia l’apporto di sostanze nutritive al substrato che, dopo un periodo di tempo più o meno lungo tende a scaricarsi. Esistono due tipologie di fertilizzanti: i minerali e gli organici.
I fertilizzanti minerali
Sono subito disponibili alla pianta e per questo devono essere utilizzati senza eccedere nelle dosi e nella frequenza. Per evitare di creare degli squilibri dovuti dal troppo fertilizzante. In base al substrato possono essere somministrati ad ogni irrigazione o settimanalmente; per terricci organici è sufficiente somministrarli settimanalmente poiché il terriccio riesce a trattenerli. Diversamente per substrati inerti come perlite, cocco o lana di vetro è necessario somministrarli ad ogni irrigazione perché questi substrati non hanno la capacità di immagazzinare ioni e cationi nutritivi.
I fertilizzanti organici
Non sono direttamente disponibili alle piante, infatti devono essere processati dalla flora batterica e funginea presente nel substrato, che li decompone andando a rilasciare così le molecole minerali che le piante possono assorbire. Sono quindi composti da macromolecole organiche derivanti dalla fermentazione di piante o parti animali che vengono disciolte nell’acqua e applicate settimanalmente e preventivamente al terriccio, in modo da prevenire le carenze e dare il tempo alla vita presente nel terreno di decomporli.
Speriamo di averti dato delle informazioni utili per la coltivazione della canapa legale. Continua a seguirci per le prossime puntate di questa guida con tanti altri consigli. Se hai domande o vuoi contattarci qui trovi tutti i modi per farlo. Continua a seguirci anche sui nostri canali Facebook e Instagram!