In questo articolo vi riassumerò i risultati di un’interessantissimo studio. Si intitola: Pharmacodynamic effects of vaporized and oral cannabidiol (CBD) and vaporized CBD-dominant cannabis in infrequent cannabis users. Tradotto in italiano: Effetti farmacodinamici del cannabidiolo vaporizzato e orale (CBD) e della cannabis vaporizzata a predominanza CBD su non consumatori di cannabis. Mi ci sono imbattuto recentemente ed è interessante perché risponde finalmente alla domanda: il CBD ha effetti psicoattivi?
Questo studio è stato condotto e pubblicato a Giugno 2020 dalla Johns Hopkins Behavioral Pharmacology Research Unit. Si tratta di un ampio programma di ricerca clinica sull’abuso di sostanze che comprende sia la ricerca di laboratorio umano, che la ricerca sui trattamenti ambulatoriali presso la Johns Hopkins University School of Medicine.
Lo studio ha analizzato gli effetti farmacodinamici dell’ assunzione sull’organismo del cristallo di CBD puro diluito in olio e/o vaporizzato, così come dei fiori di cannabis a predominanza CBD con bassa quantità di THC (<0,3%). Ha interessato un campione di 18 adulti sani e in buona salute (9 donne e 9 uomini) che avessero già assunto in passato cannabis ad alto contenuto di THC. Così da poter distinguere l’effetto psicoattivo e che non avessero assunto cannabis da almeno 30 giorni.
Oltre agli effetti fisiologici, come la concentrazione dei metaboliti dei cannabinoidi nel sangue, il battito e la pressione cardiaca, sono stati raccolti anche altri dati circa gli effetti soggettivi provati e circa le capacità cognitive.
Ai partecipanti è stato chiesto di compilare 3 questionari digitalmente:
I partecipanti si sono recati alle 7:30 del mattino 1 volta a settimana per 4 settimane presso i laboratori del dipartimento di ricerca. Dopo aver superato i drug test e aver consumato una colazione a base di pane tostato e marmellata gentilmente offerta dalla Johns Hopkins University, gli è stato somministrato del CBD seguendo un modello molto complesso chiamato ”a within-subjects crossover design and double-blind”, che in sostanza consiste in :
Nello studio inoltre sono state utilizzate tre diverse formulazioni per il dosaggio orale del CBD per confrontare la farmacocinetica del CBD tra 3 diverse formulazioni:
Le dosi dello studio sono state riscaldate a 204 ° C, l’aerosol risultante è
stato catturato in un palloncino con una valvola unidirezionale per l’inalazione. Il contenuto di 3 palloncini è stato assunto dai partecipanti ad libitum entro 10 min.
Riguardo il confronto tra metodi d’assunzione (capsule, sciroppo, infiorescenza) lo studio dimostra che è irrilevante sulla farmacocinetica. Ovvero sui livelli di metaboliti nel sangue; con ogni formulazione il CBD è rilevato in egual misura.
Dopo la somministrazione orale del CBD nelle varie forme, in particolare ai pazienti veniva chiesto di respirare l’aria di 3 buste del Volcano Medic®. Queste contenevano i in totale 100mg di CBD. Tutti i parametri fisiologici e i dati soggettivi e cognitivi venivano misurati ogni mezz’ora per un periodo di massimo 8 ore.
Per quanto riguarda il placebo, sono state utilizzate 3 formulazioni:
I dati per tutti i risultati farmacodinamici sono stati analizzati utilizzando regressioni a misure ripetute cioè modelli misti lineari. Inoltre sono state condotte regressioni separate su ogni singolo risultato. E ogni modello includeva tre fattori: condizioni di dosaggio (4 livelli), tempo (10 livelli 0, 0.5, 1, 1.5 ecc fino a 8 h) e sesso (2 livelli).
I contrasti pianificati sono stati condotti per confrontare i punteggi massimi (singolo valore più alto osservato in tutti i punti temporali) tra le condizioni per ciascun risultato. Nello specifico, i punteggi massimi in tutte le condizioni di dosaggio attivo sono stati confrontati con il placebo. 100 mg di CBD orale sono stati confrontati con 100 mg di CBD vaporizzato. E 100 mg di CBD vaporizzato sono stati confrontati con la cannabis a predominanza CBD (100 mg CBD / 3,7 mg THC).
Nel calcolare gli effetti di picco, sono stati esclusi i valori che si verificano 3 ore dopo la somministrazione del farmaco. Questo perché una precedente ricerca controllata ha riscontrato che gli effetti di picco dei cannabinoidi (se inalati o ingeriti per via orale) si verificano entro 3 ore dall’assunzione. Inoltre i dati oltre questo periodo sarebbero probabilmente influenzati dalla stanchezza, dalla noia o da altri fattori dei partecipanti.
I risultati statistici dei vari test, soggettivi, cognitivi e fisiologici sono stati rappresentati e dimostrano che:
Lo studio poi ha evidenziato che le donne hanno riportato effetti soggettivi più forti rispetto agli uomini a seguito della vaporizzazione del CBD puro e della cannabis CBD dominante. È molto interessante notare che questi effetti però non erano di natura negativa bensì positiva.
Riassumendo. lo studio della JH University ha dimostrato che:
Questo studio in conclusione dimostra che il CBD non produce nei partecipanti alcun sintomo di intossicazione simile a quelli indotti dal THC. Saranno comunque necessari nuovi studi sul tema poiché ci sono alcuni limiti. Ad esempio le vie di somministrazioni usate (solo orale o vaporizzata rispetto a assunta in tisana o per via topica ecc.). Oppure l’uso di un solo tipo di cannabis CBD dominante (quindi solo un cocktail terpenico, e non si conosce la risposta ad altri fenotipi). Inoltre i partecipanti consumavano cannabis in maniera poco frequente e alcuni avevano provato il CBD per la prima volta durante lo studio. Infine l’ambiente di laboratorio, che avrebbe potuto influenzare le risposte.